martedì 28 marzo 2017
Netflix is love, Netflix is life #3: Paris Is Burning
Amo il mondo del Drag. Ricordo di aver fatto per la prima volta i conti con una Drag Queen una sera, durante i miei primi anni da fuorisede in un famoso locale gay di Roma: niente di che purtroppo. Anzi, rimasi abbastanza delusa dal fatto che quello strano personaggio sembrasse una donna brutta, sciatta e mascolina. Una caricatura mal riuscita. Col tempo ho capito che una Drag di serie B non può fortunatamente rappresentare una categoria di artiste. Divertenti, spiritose e bellissime, le Drag Queen sono delle dive che spesso dietro ai sorrisi e ai quintali di trucco nascondono tanto dolore. Paris Is Burning è un documentario del 1990 che mostra ogni lato del Drag: dalle paillettes ad una vita di violenza e discriminazione, dalle luci della ribalta ad una lurida stanza di un motel. Adoro l'atmosfera dei balli della comunità LGBT di New York di fine anni '90, adoro il vogueing (finalmente ho capito fino in fondo il senso di Vogue di Madonna) e adoro il fatto che il documentario spieghi perfettamente il gergo del Drag. Ho già detto che l'adoro?
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domenica 12 marzo 2017
Book #5: Accabadora
Questo libro mi ha piacevolmente sorpreso. Acquistato approfittando del -25% sugli Einaudi, Accabadora è una narrazione fittizia che però ruota intorno alla figura realmente esistita del folklore sardo, l'accabadora appunto. E proprio nella Sardegna del dopoguerra è ambientato questo romanzo, in un'atmosfera che profuma delle mandorle dei gueffus, sotto il quale però si cela il mistero della strana e losca figura di Bonaria Urrai; losca per carità, ma forse dotata di straordinaria pietà di fronte al dolore e l'indifferenza comune.
Parole chiave di questo romanzo sono sicuramente le parole madre e morte. La morte in questo romanzo è dipinta spesso come ultimo gesto d'amore di una grande madre, che oltre a dare la vita, decide con grande coraggio di porgli fine quando essa diventa un insopportabile macigno.
Accabadora tocca con estrema delicatezza un tema che non viene spesso trattato nei romanzi: l'eutanasia. Un romanzo fatto di donne: donne che danno e riprendono la vita, madri che rifiutano il frutto del loro seno e madri che accolgono il frutto del seno di altre. Un romanzo bellissimo scritto da una donna che parla di altre donne senza santificare o demonizzare nessuna di esse. Nessun giudizio, solo un gran trasporto emozionale e anche un'amara riflessione sul nostro paese. Da leggere assolutamente.
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La Maschera del Demonio: Maschera Anti-Aging Petali di Rosa Khadi
Il weekend, si sa, significa solo una cosa: maschera viso e serie tv sul letto, possibilmente indossando un bel pigiama di pile! La maschera che vi recensirò (manco fossi la peggio beauty blogger di Caracas) purtroppo non è low-cost (non so a cosa pensassi quando ho buttat... speso 11 € per una maschera viso), ma almeno è completamente naturale e non testata sugli animali.
TEXTURE
La consistenza è granulosa e secca troppo velocemente, sicuramente prima dei 15 minuti di posa consigliati. In più, quando deve essere rimossa (cosa non facile), i piccoli granuli effettuano un'azione esfoliante, che per me non è proprio piacevole, avendo la pelle couperosica e reattiva.
A quasi 23 anni sono ossessionata dall'idea di avere le rughe, e se su un prodotto c'è scritto "anti- aging", esso attrae la mia attenzione. Ho acquistato questa maschera circa un'anno fa, ma solo ultimamente ho iniziato ad utilizzarla con cadenza regolare. La verità è che la trovo scomoda e per niente pratica, ma lo dice una che fine a un anno fa utilizzava le maschere monodose da 99 centesimi. Nonostante questo, non la trovo miracolosa: restringe un po' i pori e lascia la pelle liscia, ma dopo pochi minuti, se non applico una crema idratante, la pelle tira neanche mi fossi lavata la faccia con l'alcol puro. Inoltre mi lascia la pelle arrossata per un bel po'. Insomma, più che per una pelle matura, sensibile o secca, io la consiglierei per una pelle grassa. Il profumo è paradisiaco, ma non mi pare un motivo abbastanza sensato per spendere 11€. Promossa? Hell to the no!
sabato 4 marzo 2017
Movie #27: The LEGO Batman Movie
Volete ridere? Siete dei nerd (ma manco troppo)? Amate Batman? Allora dovete vedere The LEGO Batman Movie! Un film per tutti, dalla trama semplice, lineare e fottutamente kawaii!
Nonostante la sala fosse piena di bambini, accompagnati da attempati genitori ronfanti, LEGO BATMAN NON E' UN FILM PER BAMBINI. A parte i numerosi riferimenti alla cultura pop che un bambino di sei anni non credo possa capire (vi dico solo una cosa: OCCHIO DI SAURON) , ma vogliamo parlare dello swag di Batman? Il Batman Lego è un figo pieno di soldi e osannato dalle folle, ma che nel quotidiano si ritrova terribilmente solo. Insomma, si ripropone la solita morale becera: i soldi non sono tutto, chi trova un amico trova un tesoro, o per dirla come i russi Не имей сто рублей а имей сто друзей. Inoltre, questo film è terribilmente accurato e omaggia diversi momenti nella storia del quasi 80enne uomo pipistrello.
Il doppiaggio non fa così schifo, se non fosse che abbiano fatto doppiare Barbara Gordon da Geppi Cucciari. In quale strana dimensione esiste una Barbara Gordon cagliaritana? Bella invece la scelta di far doppiare Batman da colui che è ha impersonato un indimenticabile supereroe nostrano: Claudio Santamaria.
Insomma, un film carino e divertente, senza pretese ma troppo swag.
VOTO: 7/10
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Movie #26: Jackie
Parto subito dicendo che questo film è una delusione. Chi lo adora (se esiste qualcuno a cui sia piaciuto davvero), lo ama solo per l'atmosfera vintage e l'alone glamour chanelloso che pervade la pellicola. Sembra un video di Lana Del Rey, solo che di sottofondo c'è il musical Camelot. La figura di Jacqueline Kennedy risulta instabile, indecisa, persa e a tratti infantile (che per carità, magari la first lady era effettivamente così), addirittura fastidiosa. Pochi riferimenti al contesto storico, pochi riferimenti ai tradimenti del presidente, pochi riferimenti ai veri temi che ci si sarebbe aspettati di vedere in un film sulla vita della prima Kennedy, poi Onassis; è tutto esclusivamente incentrato sulla figura della ex-first lady dopo la morte del suo adorato e idealizzato marito; secondo il mio modesto parere, si sarebbero potute toccare corde diverse. Non è un capolavoro, tanto meno un cult: può essere tranquillamente bypassato senza troppi rimorsi. Un film per le fashioniste, che riescono ancora a farsi abbindolare da quattro cagate pseudo-filosofiche su sfondo pastello. Mi dispiace, ma no. Amo la Portman, ma neanche lei (comunque bravissima), riesce a salvare un film troppo pretenzioso, ma che manca di sostanza.
Voto: 5/10
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