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sabato 24 gennaio 2015

Leggere i classici della letteratura inglese in lingua originale: quali edizioni scegliere?

Penso che per comprendere ed apprezzare appieno lo stile di uno scrittore, la sua opera vada letta in lingua originale. Le traduzioni sono (e non potrebbero essere diversamente) opere contaminate dal tocco deformante del traduttore e impregnate di una cultura che non appartiene alla lingua di partenza. Ora, potrei far partire un soliloquio su quanto sia importante fare attenzione al traduttore quando si sceglie di leggere un libro in traduzione (cosa che molti non fanno), ma non è questo il tema del post.
L'inglese è una lingua accessibile a (quasi) tutti noi, il che ci permette di poter affrontare il testo originale senza problemi insormontabili (basta avere al proprio fianco il caro amico dizionario). Sì, ma quali edizioni scegliere se ci si vuole avventurare tra le pagine di splendidi romanzi o se si vuole far un regalo gradito agli appassionati di letteratura inglese? Se questi sono i dubbi che vi tolgono il sonno, siete nel posto giusto!

WORDSWORTH CLASSICS




Questi sono i primi libri in lingua che acquistai. Li presi ad Oxford perché erano veramente economici e le copertine sono veramente bellissime. Unica pecca sono i caratteri eccessivamente ridotti: io personalmente non amo i libri con i caratteri fitti, leggerli risulta un'impresa più che un piacere. Credo di dover a loro i decimi che mi mancano.
Dalla foto potrebbero sembrare dei caratteri a grandezza normale, ma credetemi, non lo sono.

OXFORD CLASSICS



I classici Oxford sono sicuramente più curati e più famosi. Leggermente più costose e con copertine meno carine delle edizioni Wordsworth, queste sarebbero da preferirsi per la qualità della carta usata, superiore rispetto alle prime che vi ho presentato, ma senza infamia e senza lode se messi a confronto alle mie edizioni preferite.

PENGUIN CLASSICS

Vecchia edizione




Nuove edizioni
Ed ecco le mie edizioni preferite! Curate nei minimi particolari, con addirittura il frontespizio originale! Le copertine delle nuove edizioni le trovo molto carine (ma sicuramente meno eleganti rispetto al total black delle vecchie edizioni, che sono comunque ancora in circolazione). Anche loro non sono super economici come gli Wordsworth, ma solitamente un Penguin non supera i 10€.


Voi quali preferireste?
Ps. So bene che One flew over the cuckoo's nest non è un classico della letteratura inglese, ma l'ho messo comunque, non so bene perchè.

giovedì 15 gennaio 2015

Il caso #JesuisCharlie

Il 7 gennaio, degli uomini armati hanno fatto strage di giornalisti e disegnatori nel pieno centro di Parigi. Il web (e forse, anche il mondo) si indigna, e scoppia il caso #JesuisCharlie. Io vengo a conoscenza della notizia il giorno dopo e anch'io, indignata, corro a pubblicare sulla mia bacheca di Facebook il tanto famoso e contestato " Je suis Charlie". 3 parole, migliaia di interpretazioni: ecco, se a qualcuno importa, voglio dire la mia.
Per me, i disegnatori dello Charlie Hebdo erano dei cazzari, irrispettosi del credo altrui e volgari. Se la penso così, perché allora dico di essere Charlie? Beh, perché secondo me, non si può morire di satira, per quanto irrispettosa essa sia. Solo per questo sono Charlie; perché anche se Charlie era un perfetto idiota, non doveva morire. Però, vi prego, adesso state esagerando col pippone della libertà di espressione a tutti i costi: adesso, siccome siamo tutti Charlie, non possiamo MINIMAMENTE permetterci di criticare la satira irrispettosa e fuori luogo, dobbiamo sopprimere la nostra capacità di giudizio perché "eh, siccome dici di essere Charlie allora devi..." Sapete cosa? Avete rotto davvero i coglioni. Je suis Charlie perché essere degli ignoranti irrispettosi non implica l'essere uccisi come dei cani rognosi, ma se per lottare per la libertà di espressione di Charlie devo limitare la mia, beh, allora, fanculo Charlie, #JesuisCaterina.






lunedì 5 gennaio 2015

Book #3: Oceano Mare di Alessandro Baricco





PREMESSA: Se ho letto questo libro, devo ringraziare una mia carissima amica, Carmen. Ecco, Carmen è una donna-bambina. Non importa quanto tempo passi, lei non cambia mai. Sempre uguale a se stessa. Non si fa scalfire da niente e da nessuno. Sempre entusiasta, capricciosa e avida di scoperte ed esperienze, golosissima, sbadata, ritardataria e con un cuore grande e caldissimo. Ecco, Carmen, per me, è una persona vera, una di quelle che lascia il segno. Carmen è vera fino al midollo. E legge, legge tantissimo e, ogni volta che legge, si innamora. Carmen vive il libro in modo così viscerale, che ogni volta che ne consiglia uno, non sai se leggerlo: e se poi non mi piace? Ma non è questo il caso.

Oceano Mare è stato una scoperta. Alessandro Baricco, come mi diceva giustamente Carmen, o lo si ama, o lo si odia. Non c'è una via di mezzo. Ho sentito qualcuno dire che Baricco non sa scrivere. Ora, c'è una differenza sostanziale tra il non saper scrivere e scrivere in modo non convenzionale, scrivere con un proprio stile. Certo, non posso fare un'analisi completa della scrittura di Baricco, avendo letto solo un suo libro, quindi mi concentrerò esclusivamente sulla scrittura di Oceano Mare: ricca di ripetizioni, frasi lasciate a metà, un'impaginazione strana e qualche dialogo scritto come fosse parte di un copione. Una cosa, però, mi ha colpito: la ricorrenza della parola "seta" (sembra un dettaglio da nulla, ma che acquista importanza se si pensa che il successivo romanzo Baricco lo chiama proprio  Seta.)

Il romanzo è diviso in tre libri: Locanda Almayer, Il ventre del mare e I canti del ritorno. Il primo libro è una premessa alla storia, tutti i personaggi vengono presentati dall'autore uno per uno, ma mai svelati del tutto. La parte più ricca di pathos la troviamo nel secondo libro., dove un disastroso naufragio costringe parte dell'equipaggio a imbarcarsi su una zattera di fortuna. Così ha inizio una straziante carneficina, caratterizzata da lotta per la sopravvivenza che non conosce pietà da una parte, umanità e amore dall'altra. Quasi impossibile è non notare quanto questo episodio sia simile alla storia che ha ispirato il celebre quadro di Théodore Géricault, La zattera della Medusa.

Qui, il mare (come in tutto il romanzo del resto), assume una doppia funzione: salvifica e nefasta. Non per niente, Elisewin, affetta da una strana malattia dell'anima, sarà o guarita o uccisa dal mare, sua unica medicina. Tornando all'episodio narrato nel secondo libro, il naufragio dell'Alliance, il mare diventa  l'unico Dio concesso in Oceano Mare; un mare "(...) potente sopra ogni potenza e meraviglioso sopra ogni meraviglia (...)". Il terzo e ultimo libro descrive, uno per uno, i destini dei protagonisti di questo incredibile romanzo. Molto particolare è la storia del pittore Plasson, che da anni tenta di dipingere il mare, e lo dipinge quasi sempre scegliendo di non dipingerlo: molte sue tele, intitolate Oceano Mare, sono completamente bianche, un po' come Quadrato bianco su fondo bianco di Kazimir Malevič, dove il nulla vuol dire, paradossalmente, tutto.


Per concludere, Oceano Mare  è un romanzo incredibile, una specie di fiaba moderna; ma non una fiaba censurata, di quelle senza crudeltà; ci troviamo di fronte una vera fiaba: piena di corpi straziati, donne bellissime e marinai che hanno girato il mondo. Stavolta Carmen aveva davvero ragione.