Di Arancia Meccanica si è parlato fin troppo: mi rendo conto che questo post probabilmente sarà per i più un fallimentare esperimento di critica, ma ci provo comunque.
Per comprendere a pieno il film, non si può pensare di non leggere l'opera prima da cui tutto ebbe inizio. Arancia Meccanica (A Clockwork Orange) è un romanzo distopico di Anthony Burgess che narra di una "strana" società, dove i giovani sono irrimediabilmente affascinati dall'ultra-violenza e dall'oblio delle droghe. Protagonista indiscusso è Alex, un personaggio quanto mai ambiguo.
Da carnefice a vittima il passo é breve: per questo Alex non verrà mai veramente biasimato dal lettore o dallo spettatore per la sua innata crudeltà. Non si può odiare mai del tutto Alex: Alex è innamorato della musica classica, è un tipo intelligente... Mica un buzzurro qualunque.
Nonostante Alex sia un essere spregevole, egli subisce un grave torto: viene privato, dalla società stessa, della libertà di poter scegliere. Mi spiego. Avete presente questa scena?
Ecco a voi la rappresentazione di quella che fu battezzata da Burgess la Cura Ludovico: attraverso l'utilizzo di particolari farmaci, i medici, inducendo artificialmente un senso di disgusto nel paziente, riescono a far odiare ad Alex tutto ciò che gli viene mostrato e fatto ascoltare su un grande schermo. Interessante è l'osservazione che Burgess mette in bocca ad Alex (poi riportata da Kubrick nel film):
"(...) E' buffo come i colori del mondo reale ti sembrano realmente reali solo quando li vedi sullo schermo."
Lo sanno bene i cinefili di tutto il mondo.
Fatto sta, che, con questa cura, si toglie all'uomo la capacità di scegliere. Alex non può che scegliere di fare il bene, ma non perché il suo arbitrio lo porta a questa scelta, ma perché è costretto ad evitare la violenza per non sentire quella terribile nausea che lo assale al solo pensiero di fare del male, sia fisico che verbale. Ed ecco che l'uomo si trasforma così in un'arancia ad orologeria, incapace di agire seguendo il proprio istinto, incapace di distinguere da solo tra il bene e il male, ma caricato da terzi e pronto a scattare al momento giusto. Significativo è il ruolo del sacerdote di prigione, sia nel libro che nel film:
"(...) La bontà viene da dentro, 6655321 (si riferisce ad Alex). La bontà è qualcosa che si sceglie. Quando un uomo non può scegliere cessa d'essere un uomo."
Niente di più vero: Alex viene torturato, quasi martirizzato, schiavizzato e usato dalla società anche dopo "la seconda guarigione" a fine film: Alex dirà di essere "proprio guarito", ma ciò non cambia il fatto che la sua storia viene comunque utilizzata per fini politici.
La storia di Burgess non si ferma qui: il libro ha un finale "alternativo" (non utilizzato però da Kubrick: l'edizione statunitense su cui si basò il regista non conteneva il capitolo che concludeva l'edizione inglese), che per quanto "banale", mi ha lasciata stranamente sorpresa e perplessa.
Il linguaggio utilizzato da Alex e dai suoi drughi è il Nadsat (prende il nome dal suffisso russo -надцать, che serve a formare tutti i numeri che vanno dall'11 al 19, e che quindi corrisponde al -teen inglese; arrivati fin qui, il passo è breve: il nadsat non è altro che lo slang dei teenegers). E' una lingua inventata da Burgess: è essenzialmente inglese, ma con diversi termini di origine russa (бабушка= signora anziana, друзья=amici/drughi).
Nella recensione di Funeral Parade Of Roses ( Movie #13 ) dissi che Kubrick si ispirò a questo film per la realizzazione di Arancia Meccanica. Ora , oltre a Wikipedia, non ho trovato nessun riscontro in dichiarazioni o interviste del regista, quindi prendete questa informazione con la dovuta diffidenza. Certo, i punti in comune sono diversi: la tematica (la rappresentazione di una "gioventù bruciata"), l'utilizzo incisivo delle musiche e le celeberrime ciglia finte.
La musica in Arancia Meccanica è elemento basilare: la scena dello stupro a casa dello scrittore (che poi nel libro, è proprio l'autore di Arancia Meccanica), non sarebbe la stessa se Alex non cantasse I'm singing in the rain; e che dire di Funeral of Queen Mary, una melodia inquietante e meravigliosa che ci fa entrare, sin dai primi minuti del film, nel mondo cupo di Alex e dei Drughi?
Grande libro, che svetta nella mia biblioteca, e grande film, che svetta nella mia videoteca. Unici, entrambi.
RispondiEliminaCerto, la musica è davvero un supermega valore aggiunto.
Moz-
Lo so bene ;)
EliminaBel post!
RispondiEliminaSoprattutto la precisazione molto interessante sul linguaggio dei drughi che ha alcune caratteristiche del russo :)
Grazie mille ^^
EliminaMia cara hai tracciato una recensione magnifica...e soprattutto per ciò che i mi riguarda l'importanza delle musiche scelte per il film (Kubrick era un artista in questo e non solo...)....
RispondiEliminaDesideri unirti al mio blog o sei già iscritta mia cara ? Scusami in questo momento non ricordo bene...
Ci terrei molto , grazie di cuore!
http://rockmusicspace.blogspot.it/
Ti seguo già da tempo :)
EliminaCiao, credo che non riuscirò mai a guardare questo film almeno fino ad ora non ho mai trovato il coraggio sinceramente, però devo farti i complimenti sei veramente in gamba! Se ti interessa, magari nelle tue ricerche ti ci sarai già imbattuta, ho trovato questa intervista a Kubrick http://www.visual-memory.co.uk/amk/doc/interview.aco.html
RispondiEliminaGuarda Emanuela, dovresti trovare la forza di farlo. E' davvero un capolavoro, di difficile comprensione e di cui si può travisare il significato, ma sempre un capolavoro!
EliminaGrazie per l'intervista: come puoi vedere, neanche qui si ha il ben che minimo accenno a Funeral Parade of Roses...
Bella analisi di un film straordinario. Il tema è proprio quello del libero arbitrio, come hai notato tu. Kubrick ha molto insistito su questo, forse non pienamente compreso. Un luogo comune sfatato nel film è che l’intelligenza e la cultura comportino necessariamente la bontà d’animo. Alex è colto (ascolta Beethoven) ma ciò non toglie che sia anche un mostro di crudeltà, finché non subentra la cura Ludovico che togliendogli la libertà si dimostra ancora più disumana di lui. Film geniale, tratto da un libro altrettanto geniale che Kubrick ha saputo reinventare. Burgess fu costretto a optare per quel finale edulcorato dall’editore che temeva che il romanzo fosse troppo scandaloso.
RispondiEliminaQuel finale è terribilmente fasullo.E' come se lo avesse scritto qualcun'altro, non Burgess.
EliminaNotevolissimi, sia il libro che il film. Ho visto il film molti anni fa per la prima volta, il libro invece l'ho letto solo pochi mesi fa; del primo ho adorato lo stile inconfondibile di kubrick, ciò che ha permesso a questa storia di essere riconosciuta da tutti e ad Alex di diventare un'icona; del libro mi ha fatto impazzire la lingua, ma che soddisfazione riuscire a prendere il ritmo, dopo le prime 30-50 pagine! :D
RispondiEliminaLo so, lo so... La lingua mi ha confuso non poco all'inizio!
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