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giovedì 2 novembre 2017

Book #9: Il grande mare dei Sargassi


Anni fa lessi il famosissimo Jean Eyre di Charlotte Brontë e lo trovai un romanzo straordinariamente femminista: una giovane eroina emancipata e intelligente riusciva a coronare il suo sogno d'amore nonostante mille peripezie. Poco caso feci, invece, alla storia incredibile di un personaggio secondario, anch'esso femminile e antagonista di Jane. Il personaggio di cui parlo è quello di Bertha Mason, la moglie matta del Signor Rochester, rinchiusa nella soffitta di Thornfield Hall e che appiccherà il fuoco che la ucciderà e che mutilerà il marito. Poco si sa di lei, se non che è totalmente pazza, che il marito l'ha sposata per accontentare il padre e perché inconsapevole della sua storia familiare e che è creola; il tutto raccontato dal marito stesso. Ma cosa avrebbe raccontato di sé e della sua famiglia Bertha, se avesse potuto parlare? A darle possibilità di riscatto sarà una scrittrice di origini caraibiche come lei, Jean Rhys, attraverso il suo romanzo Il grande mare dei Sargassi del 1966, pubblicato ben 119 anni dopo la versione della Brontë.

TRAMA
Il romanzo della Rhys è una sorta di prequel di Jane Eyre diviso in 3 parti dove Bertha, il cui vero nome è Antoinette, racconta la sua difficile vita, dall'infanzia a dopo il matrimonio col Signor Rochester. La narrazione inizia dopo lo Slavery Abolition Act del 1833  in Jamaica, dove la famiglia di Antoinette, i Cosway, non se la passa molto bene, dovendo la propria fortuna alla tratta degli schiavi. I nativi mal sopportano la famiglia, ma tralasciando piccoli dispetti, non minacciano di compiere azione repressive contro di loro, contenti della disgrazia economica che li ha colpiti. A impaurirli è però anche il fatto che al servizio della famiglia siano rimasti dei vecchi servitori neri, tra cui Christophine, che i locali temono perché esperta di obeah. La situazione però degenera quando Annette, la madre di Antoinette, sposa un ricco inglese, il Signor Mason. Vedendo la tanto odiata famiglia Cosway ritornare ai loro agi da ricchi schiavisti, gli abitanti dell'isola decidono di incendiare la loro casa. Purtroppo nel rogo, il fratellino disabile di Antoinette, perde la vita e questo scatena la follia di Annette. Dopo l'avvenimento, la vita di Antoinette non sarà più la stessa, e la ragazzina verrà perseguitata perché creduta pazza come la madre. Finalmente, qualcosa sembra cambiare quando sposa un giovane ragazzo inglese di cui si innamora follemente, ma che tuttavia tradisce con Sandi, il proprio cugino. Suo marito verrà però informato dei tradimenti e della sua presunta follia dal proprio fratellastro, Daniel. Da qui, l'odio del marito (che non viene mai nominato come Signor Rochester, ma rimane anonimo) cresce a dismisura, finché Antoinette chiede aiuto a Christophine che le consiglia di fuggire e di rifarsi una vita. Antoinette, ormai trasformata in Bertha, non accetta subito questo consiglio, e chiede a Christophine di lanciare un incantesimo sul marito, in modo che possa ritornare ad amarla. L'incantesimo di Christophine sembra funzionare, ma dopo una notte di passione, il giovane marito capisce con quali mezzi la moglie ha cercato di legarlo a sé e decide di non toccare mai più Antoinette e di portarla con sé in Inghilterra, rifiutando la proposta di Christophine, che vorrebbe aiutarla a guarire e a rifarsi una vita. Nel frattempo, Antoinette, come rimasta vittima dello stesso incantesimo da lei richiesto, si strugge di passione e per combattere il dolore, inizia a bere. Il romanzo finisce con un intenso stream of conscioussness, in cui Bertha ripercorre l'ultimo periodo in cui è rimasta chiusa nella soffitta. Dopo, si ucciderà.

ANALISI
Quando penso a questo romanzo, non posso fare a meno di pensare alla sua circolarità e di come il fuoco ne sia il simbolo centrale. Nella prima parte del libro, gli isolani incendiano la casa dei Cosway, simbolo della loro schiavitù. Mentre la casa è in fiamme, il pappagallo di Annette cerca disperatamente di spiccare il volo per salvarsi, ma avendo le ali mozzate fallisce e cade rovinosamente al suolo, morendo lentamente. Come raccontato nel romanzo, secondo gli isolani uccidere un pappagallo o vederlo morire porta terribilmente sfortuna. Antoinette, divenuta poi Bertha per decisione del marito che si ostina a chiamarla così, condivide il triste destino del pappagallino, ma agisce con lo stesso odio degli isolani: incendia la casa che la rende schiava, ma così facendo, perde la vita lanciandosi nel vuoto, forse non per uccidersi, ma per salvarsi.
La storia viene narrata attraverso due punti di vista: infatti a narrare la vicenda non è solo Antoinette, ma anche il suo anonimo marito, che spiega come abbia sposato questa donna a lui sconosciuta solo per la sua bellezza e il suo denaro. Essendo stato ingannato e tradito, l'uomo decide di non perdonare la moglie, vendicandosi nel peggiore dei modi, rinchiudendo Bertha/Antoinette in una soffitta. Mi verrebbe da pensare che forse Jane Eyre non sia esattamente un romanzo a lieto fine se la nostra eroina ha sposato un uomo così crudele.

VOTO: 9/10

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