La notte delle streghe si avvicina e avete voglia di un buon film horror che vi faccia cag**e sotto? Siete nel posto giusto!
Confesso che è stato difficile per me iniziare a guardare questa nuova versione cinematografica del celebre romanzo di Stephen King senza pensare alla vecchia versione televisiva del 1990, dove a interpretare Pennywise fu il grandioso Tim Curry.
Mi aspettavo una sorta di sequel della miniserie, ma presto mi sono accorta che quella che stavo vedendo sul grande schermo era una versione completamente diversa di IT, molto più esplicita, intensa e ricca di jumpsscares.
Davvero difficile non fare confronti, ma indispensabile per godersi al meglio questo horror che mi ha colpito particolarmente per un ottimo uso degli effetti speciali, per una buona realizzazione tecnica e per le tematiche, di cui il merito però va solo al genio di Stephen King.
TRAMA (no spoiler)
La storia (che quasi tutti conosciamo) si svolge a Derry, una cittadina fittizia nel Maine. Ciò che caratterizza la città è l'alto tasso di persone scomparse, principalmente bambini. In un giorno di pioggia Georgie, fratellino di uno dei protagonisti, decide di giocare con la sua barchetta; purtroppo la barchetta finisce in un tombino ed è proprio qui che avviene il terribile incontro con Pennywise, il clown ballerino. La scomparsa del fratellino affligge Bill, che insieme a i suoi amici, la "banda dei perdenti", viene perseguitato dal terribile clown. Il clown terrorizza psicologicamente i ragazzi, materializzandosi nelle loro peggiori paure. La cosa più inquietante però è che gli adulti sembrano non notare nulla. I ragazzini, dopo varie peripezie, decidono di affrontare insieme il clown.
ANALISI DEI CONTENUTI
La pellicola ha come tematica predominante il difficile rapporto grandi- piccoli. Oltre ad essere bullizzati dai ragazzi più grandi, i protagonisti vengono abusati dai loro stessi genitori (i casi più eclatanti sono quelli di Beverly e di Eddie). Altra tematica fondamentale è il ruolo che la paura ha nella vita dei protagonisti: IT si materializza proprio nelle loro peggiori paure, e non è un caso se i ragazzini riescono a combattere il mostro proprio quanto le esorcizzano. Interessante è inoltre che i protagonisti si ritrovino tutti in quell'età in cui non si è più bambini, ma neanche propriamente adulti. Questa fase di passaggio è rappresentata forse in maniera più palese dal personaggio di Beverly Marsh, il cui padre non fa altro che ripeterle "Dimmi che sei ancora la mia bambina", specialmente quando la vede tornare a casa con una confezione di assorbenti. Beverly non è più una bambina, ed è proprio quando riesce ad ammetterlo che il rapporto col padre degenera.
CURIOSITA'
La figura di IT nasce sulla falsa riga di un serial killer statunitense realmente esistito, John Wayne Gacy, soprannominato "Killer Clown" in quanto spesso l'uomo indossava i panni di "Pogo il clown" per partecipare a feste per bambini o ad eventi di raccolta fondi per i meno fortunati. Egli ha violentato, torturato e ucciso almeno 33 ragazzini e giovani uomini tra 1972 e 1978. Ciò che più inquieta è che l'uomo fu rispettato e amato da tutti, in quanto partecipò attivamente alla vita politica e sociale della sua cittadina. Ricorda un po' gli adulti di IT: rispettabili fuori, marci dentro. L'uomo morì per iniezione letale nel 1994, e pare che le sue ultime parole furono "Kiss my ass!", che per i pochi che non masticano l'inglese sarebbe un cordiale "Baciatemi il culo!".
VOTO: 8/10