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1. Perché hai scelto di trascorrere questo momento della tua vita in Irlanda?
Perché volevo fare un’esperienza all’estero più lunga di una settimana già da un po’ di tempo. Dato che studio lingue mi sembra il minimo vivere in un paese straniero per almeno un mese, altrimenti quello che si studia è quasi inutile. In più adorando l’inglese quando ho voluto fare richiesta per la borsa Erasmus ho scelto un paese anglofono.
2. Cosa, secondo te, rende la vita in Irlanda migliore e cosa peggiore rispetto all’Italia?
Qui mi sembra sia tutto più pulito: l’aria, le strade, i palazzi. Vivo a Dublino, e sebbene sia la capitale non è caotica come potrebbe essere Roma, è molto più quieta e per strada ci sono meno persone che fermano i pedoni, in particolare se cammini con le cuffie non ti si approcciano minimamente. Peggiore, però, direi che è il costo della vita e il continuo vento misto pioggia.
3. Tre difetti del popolo irlandese.
1. Non sanno cucinare granché bene (ma in confronto alla cucina italiana mi pare normale);
2. Un accento a tratti incomprensibile;
3. Ma soprattutto non salutano.
4. Ti sei mai sentito discriminato in quanto straniero (o, più precisamente, in quanto italiano?)
Dublino è una città estremamente eterogenea in fatto di etnie, e il Trinity, dove studio, rispecchia questo melting pot per cui è difficile trovare qualcuno che discrimini apertamente gli stranieri nei luoghi che frequento io. A volte capita però che mi si chieda se abbiamo questo o quello in Italia, come se fossimo un passo indietro, ma non è discriminazione vera e propria.
5. Parlaci dell’università irlandese.
Prima differenza colossale: lezioni quasi sempre da 50 minuti. Nel bene o nel male sono molto più corte delle nostre, permettendo così di essere concentrati durante tutta la durata della lezione. C’è da dire però che in quanto considerati adulti c’è bisogno di molto studio autonomo: bisogna studiare tutte le dispense che il professore distribuisce o fornisce online prima che la lezione si svolga, così che poi in classe si possa fare un’analisi più approfondita della questione anziché avere un docente che parla tutto il tempo (o comunque questa cosa succede nella maggior parte dei corsi). Poi qui sono fissati con i saggi, da 1000 a 4000 parole a seconda della materia e dell’argomento; a volte assegnati per la metà del corso, a volte come esame finale. La cosa peggiore (a parer mio) è che gli esami ci sono solo a Maggio, tutti concentrati in 3-4 settimane (i cosiddetti finals) che per noi che abbiamo minimo tre sessioni di esami e che possiamo rimandare l’esame alla sessione successiva è qualcosa di assurdo.
6. La burocrazia è davvero più efficiente o è solo una leggenda?
Direi un onesto “Ni”. Dipende molto dai docenti, ci sono quelli che ogni settimana inviano e-mail agli studenti ricordando le lezioni, i compiti, se dovesse saltare la lezione, se cambia ricevimento etc., etc., ma ce ne sono anche altri che non rispondono alle mail per mesi. E ovviamente la lentezza per correggere gli esami è come la nostra.
7. Sei soddisfatto dei servizi offerti al cittadino (trasporti, sanità, ecc.)? Quanto costa un abbonamento mensile ai mezzi pubblici?
Direi che c’è un onesto rapporto qualità/prezzo: i mezzi costano molto ma funzionano bene, ad esempio le linee del tram hanno un treno ogni 3-6 minuti e i treni ci sono ogni 15 circa. La pecca è che un abbonamento mensile solo per il tram viene intorno ai 60€ per gli studenti, per i treni è di circa 100€ e per i bus 110€; assurdo per noi romani che paghiamo un mensile per tutti i mezzi neanche 40€ (però la qualità la conosciamo tutti - Mi intrometto: in realtà no, non la conosciamo tutti non abitando tutti a Roma, ma vi vengo in aiuto io. Posso affermare che i mezzi romani sono qualcosa di insostenibilmente obbrobrioso: ritardi, guasti, cambi improvvisi di tragitto e vetture che si perdono i pezzi.). Per la sanità ne so poco perché (per fortuna) non ne ho avuto bisogno, ma mi è stato detto che tutti preferiscono andare in cliniche private perché quelle pubbliche sono lentissime con le richieste (si potrebbe stare in lista di attesa anche 4 anni).
8. Ti senti sicuro per le strade irlandesi?
Essendo un maschio bianco abbastanza piazzato posso sinceramente dire che non mi faccio problemi a camminare in giro da solo di notte. Tuttavia Dublino mi sembra una città abbastanza tranquilla, magari le zone con molti pub potrebbero scaldarsi un po’ la sera, però nulla di terribile.
9. L’abitudine tipicamente irlandese a cui proprio non riesci ad abituarti?
Stare in giro tutto il giorno. A quanto pare qui il concetto di riposo è molto diverso dal nostro: fanno quasi tutti sport (anche più di uno) quindi sono sempre fuori casa, dalla mattina alla sera, spesso anche la maggior parte del weekend. Sarò un poltrone e mi stresso solo a vederli girare come trottole.
10. Cosa consiglieresti ad un/a ragazzo/a che desidera seguire il tuo esempio?
Sappiate adattarvi a tutto. Portate l’Italia e la vostra cultura con voi, ma non mettetela davanti a tutto. Apritevi a nuove prospettive, cambiate routine, fate cose nuove, perché altrimenti potevate stare a casa.