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lunedì 29 dicembre 2014

Il club della vulva - Eve Ensler e i suoi monologhi

" Se sei separato dal tuo corpo, 
sei anche separato dal corpo del mondo"
-Philip Shepherd

Non ricordo bene quando sono incappata in questa roba, so solo che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Ho 20 anni, ma sentire pronunciare la parola vagina provoca ancora in me un certo imbarazzo. Non sono mai stata dell'idea che la vagina sia una parte anatomica come un'altra: affascinante e piena di misteri direi, forse non proprio carina (parlo da donna etero), ma sicuramente interessante.  In un mondo che ci schiaffa in faccia vagine di ogni tipo, forme e colori (ma tutte rigorosamente depilate e "senza personalità"), la vagina ha perso la sua vera essenza sia per gli uomini che, sfortunatamente, per le donne. Sì certo, siamo nel 2015 ormai, e la vagina ce la servono di continuo su un piatto d'argento: pubblicità, programmi discutibili e porno. Sempre mostrata, ma mai descritta, mai raccontata. Secondo me, dovremmo parlarne tutti come ne parla Eve Ensler; lei sì che conosce bene la separazione tra il "sé" e il "corpo", due cose troppo diverse, soprattutto dopo un'infanzia di abusi. Ma quanti di noi lo fanno, pur non avendo subito abusi? Non abbiamo alcun rispetto per la parte "organica" di noi stessi. Siamo stanchi? Beviamo un altro caffé. Siamo stressati dall'incredibile velocità delle nostre vite? Cerchiamo di correre più veloce. Il corpo è un inutile fardello che ci impedisce di realizzare i nostri progetti. Finché non arriva, con tutta la sua tragicità, la malattia. E allora, di colpo, il nostro corpo diviene importante; i nostri organi, crudi e sanguinanti, prendono forma e divengono reali.
I monologhi della vagina insegnano che non siamo fatti solo "della stessa sostanza dei sogni", ma anche di carne e ossa. Dai Monologhi, noi donne dobbiamo imparare a rispettare noi stesse, e gli uomini a rispettare le donne, che da sempre, sono la loro immagine speculare.
I monologhi della vagina sono un viaggio straordinario, profondo, divertente e commuovente: sessualità, maternità, stupro e tanto altro.
Lo consiglio a tutti. Vi consiglio l'interpretazione della stessa Eve Ensler, che però trovate solo in lingua originale ( e sottotitolato in portoghese; link al video). Per coloro che non conoscono l'inglese, numerose sono le interpretazioni in italiano.



Ps. Non sono sicura di essermi espressa bene, in fondo, parlare di vagina senza cadere nel trash è incredibilmente difficile.

sabato 13 dicembre 2014

Это русский стиль! - Cibo tipicamente russo

Ho sempre pensato che non ha alcun senso imparare la lingua di un popolo se poi non ti va di entrare in contatto con i suoi usi, costumi e cibi tipici. Come i frequentatori abituali del mio blog sanno, studio russo da circa un anno (qui il post dove ne parlo: Studiare il russo? ), ma purtroppo non sono mai riuscita ad entrare davvero "in contatto" con la Russia. Oggi però, mi sono decisa a compiere il primo passo. Grazie all'utile suggerimento della mia insegnante di lingua, sono riuscita a mettere le mani su qualche (ben pochi, a dire il vero) prodotto gastronomico russo. Abitando a Roma, la cosa non è stata difficile: basta fare un giro nelle vicinanze della stazione Termini, e il gioco è fatto.
Il negozio dove ho fatto acquisti è il Mini Mix (Mix Markt). É un posto davvero piccolissimo (facevo fatica a spostarmi tra gli scaffali senza fare danni) e la prima cosa che vi investe appena entrati è l'odore di aringa essiccata. Dopo questa poco promettente descrizione del posto, passiamo ai prodotti che ci ho trovato.
Ero veramente spaesata all'inizio (deve essere stato l'odore): prodotti dai nomi incomprensibili dappertutto, poi qualcosa ha cominciato a tornare e ho trovato qualcosa di interessante.



 Come ho già detto ho preso davvero poco: del квас (kvas) e due confezioni di пряники (prjaniki), prodotti conosciuti grazie a questo carinissimo video di una delle mie "insegnanti" preferite, Tanyusha Privet clicca qui per il video).
Il kvas, bevanda gassata e analcolica popolarissima in Russia, ottenuta dalla fermentazione del pane di malto è venduta in strada e contenuta in una piccola cisterna di questo tipo:

Ma ecco la versione commercializzata. A convincermi a comprare questa roba è stato, ad essere sincera, il prezzo irrisorio: solo 79 cent per mezzo litro. Beh, a quel prezzo, avrei anche potuto buttarla se disgustosa.
Ovviamente, prima di scrivere questo post, ho convinto me stessa e altre due cavie a degustare il prodotto. Le impressioni sono state le seguenti:
Io: sapore strano, intermedio tra quello del té e quello della birra (??), pensavo peggio.
Cavia 1: mi aspettavo di peggio dato l'odore strano, ma da bere solo a piccoli sorsi.
Cavia 2: che schifo /ma che roba è/  perchè me l'hai offerta!

Dopo aver provato il kvas, passare ai prjaniki è stato rincuorante. I prjaniki sono dei dolci di panpepato (tipicamente natalizi a quanto sembra) che si possono trovare in una marea di gusti diversi: si passa dalla vaniglia al gusto mora o banana.                                              

Questo era l'angolo dedicato ai prjaniki. Come potete vedere, ci sono moltissimi gusti, e non sono riuscita neanche a fotografare lo scaffale per intero!





Devo dire che scegliere quali gusti prendere non è stato facile, tanto che ho dovuto chiedere al commesso qual era il gusto "più russo di tutti". Alla fine ho scelto cannella e gusto "polo nord" (secondo il commesso questo era il tipico gusto russo. Vabbè.).



Io e la mia crew di esperti selezionati abbiamo provato solo la versione alla cannella, con i seguenti risultati:
Io: molto dolci, buonissimi
Cavia 1: buonissimi, ma dopo il terzo comincia a tappartisi lo stomaco
Cavia 2: niente di speciale, in Sardegna li fanno uguali e pure meglio!!
Il gusto polo nord me lo tengo come jolly per la sera della vigilia di Natale, quando, dopo esserci abbuffati di zippuli alla 'nduja e trippiceddi, io me ne uscirò con la fatidica domanda "Chi vuole provare i prjaniki alla polo nord?", facendo impallidire zii e nonni, e imbarazzando mia madre che si scuserà dicendo che non sa cosa ha sbagliato con me. Ma questa è un'altra storia.

Questo è tutto quello che ho comprato. Più che altro, il mio è stato giusto un giro per ambientarmi nel posto dove andrò a buttare i miei soldi nel 2015. Ho già in mente di comprare la barbabietole rossa per il борщ. Tremate.

sabato 6 dicembre 2014

Literature101: La nascita del fantastico.


Cosa hanno in comune il genere gotico, l'horror e la fantascienza? Sono tutti sottogeneri del fantastico. Per quanto si possa pensare, la letteratura fantastica non è affatto antica: vi sembrerà strano, ma l'epica greca e il poema cavalleresco non appartengono al fantastico. Infatti il genere nasce tra '600 e '700, in contemporanea alla nascita del romanzo realistico (il novel inglese). Questo perché nel medioevo, e nelle ere ad esso precedenti, non esisteva una netta distinzione tra reale e sovrannaturale. Con il nascere dell'empirismo invece (corrente filosofica nata in Inghilterra nella seconda metà del '600), la natura comincia ad essere vista come un'entità regolata da leggi razionali, e perciò, il concetto di anima e di religione vengono messe in discussione. Un senso di disincanto aleggia sull'umanità e gli stessi filosofi della neonata Royal Society cercano di reagire a questo stato di cose che distrugge secoli di credenze comuni. Proprio in questo periodo inizia una vera e propria "caccia al fantasma": si andava alla ricerca di prove empiriche dell'esistenza del sovrannaturale. Comincia a diffondersi il genere delle apparition narrative, genere atto principalmente a dimostrare che Dio rivela la sua esistenza e la sua volontà attraverso atti straordinari. Tra le più famose, cito A true Relation Of  The Apparition of Mrs Veal (1706), attribuita a Daniel Defoe. Ma tra le produzioni più sorprendenti di questo periodo abbiamo il Saducismus Triumphatus (1681), opera del filosofo Joseph Glanvill. Questo trattato è una raccolta di apparizioni (udite, udite, contiene uno dei primi resoconti sui poltergeist), possessioni demoniache e  atti di stregoneria, il tutto descritto con l'utilizzo di un rigoroso linguaggio scientifico. Con questa opera, Glanvill voleva vincere lo scetticismo del tempo verso la stregoneria e mirava ad introdurre tra le nuove scienze la demonologia empirica (scienza che non ebbe alcun sviluppo all'interno della Royal Society). Un'opera a molti sconosciuta, ma veramente fondamentale per la nascita del nuovo genere (si pensì che viene citata da Edgar Allan Poe in Ligeia).
In conclusione, se oggi potete leggere Stephen King e guardare programmi come Mistero e Voyager, dovete tutto agli empiristi inglesi.

martedì 25 novembre 2014

Ecco perché ho DOVUTO VEDERE Interstellar


"Non andartene docile in quella buona notte,
I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
Infuria, infuria, contro il morire della luce."
-Dylan Thomas


Sono a lezione quando, tutt'a un tratto, mi accorgo di una scritta sul banco. Mi incuriosisce e scrivo le prime 3 parole su Google per capire a cosa si riferisca. È una poesia di Dylan Thomas. Bene, sembra interessante, vediamo se riesco a leggere la versione integrale, mi dico; scorro i risultati e leggo il titolo del mio personale incubo: INTERSTELLAR. Ecco, penso, ci risiamo: anche oggi qualcosa mi ricorda che non ho visto il film del momento.  Sì insomma,  tutti l’hanno visto e tutti non hanno fatto altro che parlarmene, dal mio professore di letteratura inglese nerd al più sfigato dei miei colleghi.  Oggi, appena sveglia, ho deciso che il mio personale inferno doveva finire. Oggi, HO VISTO INTERSTELLAR.  La massa aveva ragione. L’ho trovato un film bellissimo e sì, è vero, ricorda un po’ 2001: Odissea Nello Spazio (l’ho sentito dire in giro) per le ambientazioni, ma i temi principali sono diversi (l'amore in ogni suo aspetto e come “motore” che fa girare il mondo, codardia, fine del mondo, ecc…). Mi sono piaciute tantissimo le figure femminili, per niente banali. 
Dico la verità, volevo vederlo in streaming, ma NO, SE VOLETE VEDERLO IN STREAMING, NON FATELO.  Vederlo sul grande schermo è l’unico modo per apprezzare al meglio la pellicola ; fidatevi, è incredibilmente suggestivo sentirsi persi nello spazio sconfinato (azzeccatissima la scelta di Nolan di non coprire il silenzio dello spazio con colonne sonore varie ed eventuali). Che dire, io sto ancora metabolizzando la giornata, ma devo ammettere che era da tempo che un film non mi colpiva così intensamente.

lunedì 24 novembre 2014

Movie #19: Dylan Dog - Vittima degli eventi


Avendo capito che montare video non fa per me, torno a scrivere. Ci pensavo da un po' se affrontare o meno questa recensione e, ahimé, ho deciso di farlo. Sì, perchè sento il bisogno di essere quel qualcuno che parla (un po') male di questo film.

Dylan Dog - Vittima degli eventi è un film scritto da Luca Vecchi e con alla regia il caro vecchio Claudio Di Biagio, che purtroppo tutti ricordiamo per Freaks! (le cazzate le facciamo tutti, e volevo sorvolare sulla cazzata di Di Biagio, ma siccome affianco al suo nome, IN OGNI INTERVISTA, viene citato Freaks!, mi sento obbligata a citarlo anch'io) che, secondo il mio modesto parere, si è ripreso alla grande e si è un po' "innalzato" rispetto agli altri youtuber con cui faceva comunella (LEGGI: Guglielmo Scilla).

Vittima degli eventi è un progetto interessante in primo luogo in quanto è stato realizzato grazie al crowdfunding: infatti il progetto è stato possibile grazie ai 30.000 € ricavati dalle "donazioni" dell'utenza del web, che ha sostenuto e creduto nel progetto esattamente quanto le personalità direttamente coinvolte nella creazione del prodotto.

Per Luca Vecchi, Vittima degli eventi è tra un fanmovie e un cinecomics; per me è un cortometraggio un po' più lungo del normale. Il film inizia ESATTAMENTE come una puntata di Dr. House: c'è una lui e una lei (fratello e sorella) che ridono allegramente come due dementi quando, all'improvviso, lui si sente male e stramazza al suolo. Ci ricordiamo che non stiamo guardando l'ennesimo caso di House solo perché siamo su Ponte Sant'Angelo e perché ci compare davanti una losca figura, introdotta da un pianto; è un'amabile signorina che, con incredibile nonchalance, si stacca la testa (e qui l'uso degli "effetti speciali" è discutibile; viene fuori una cosa proprio brutta, che quasi vi farà desiderare che se la fosse svitata quella testa, senza dover per forza usare quella robaccia appiccicosa). Dopo questo inizio col botto, passiamo a una ripresa bellissima: zoom sugli occhi di una donna, una medium (interpretata dalla mia amata Milena Vukotic); la macchina da presa si allontana e ci mostra la donna seduta a un tavolo su uno sfondo rosso davvero d'impatto. Da qui, la storia ha inizio. Purtroppo, il nostro protagonista, Dylan, è interpretato da uno degli attori più scarsi del cast, Valerio Di Benedetto, che non recita male, peggio: avete presente la recitazione degli attori di Centovetrine? Uguale, per tutto il film ammazza il personaggio con il suo essere insulso (certo, a volte sono proprio i dialoghi che hanno qualche problema di fondo, però lui ci mette del suo). Bravissimo è invece Luca Vecchi che veste benissimo i panni di Groucho. 
Il film è immerso in una atmosfera onirica che conquista e Roma, si sa, è una città piena di risorse e adatta, secondo me, alle ghost stories. Certo, ho sentito qualche lamentela da parte dei cultori di Dylan Dog sulla scelta di ambientare il film a Roma, dato che Dylan è notoriamente londinese. Io onestamente non contesto la scelta e anzi, la trovo una buona idea (bisogna comunque ricordare che il film è ispirato al fumetto e non riprodotto fedelmente!).
Tirando le somme, consiglio Vittima degli eventi perché, nonostante Di Benedetto, è un film che ha del potenziale: ho amato la fotografia (curata da Matteo Bruno, per gli amici di youtube Cane Secco) e la fine è qualcosa di epico, veramente epico. Insomma, vedetelo.


sabato 15 novembre 2014

L'insostenibile leggerezza di una testa senza idee.

...O meglio, le idee ci sarebbero anche, ma se non si sa come concretizzarle rimangono ferme lì, a morire di una lenta agonia. Mi piacerebbe scrivere più post, ma il tempo manca e la scrittura, al momento, non mi diverte più come una volta. Nonostante tutto però, quelle idee continuano a ronzarmi in testa e chiedono pietà. Ovviamente, "il blocco del blogger" mi passerà presto, sennò non avrebbe senso tenere ancora in vita Bionic Girl.
Ad ogni modo, mi piacerebbe adottare un "nuovo" modo di postare contenuti. L'idea è quella di allegare ai post che sarebbero troppo noiosi da scrivere per me e da leggere per voi, un video. Non sono completamente convinta che possa funzionare, però per me sarebbe una bella sfida stare davanti ad una telecamera a ciarlare, per poi condividere le mie idee e buttare la mia persona in pasto ad internet, però potrebbe venirne fuori qualcosa di interessante, chissà. Il video-post vorrei girarlo sui libri che ho comprato ad Ottobre, dicendovi cosa mi ha spinto a comprarli e cosa ne penso se ne ho iniziato la lettura. Quello che vi chiedo è, che ne pensate? Potrebbe interessarvi oppure no? I commenti sono aperti alle vostre opinioni!

martedì 28 ottobre 2014

Halloween #2: The changeling (1980)


Un altro post a tema "notte delle streghe". Pensavo di proporre un film veramente estremo e fuori dagli schemi, ma alla fine la mia scelta è caduta su The changeling - Lo scambio che, credetemi, non ha niente di tutto ciò. Inutile dire che, come ogni pellicola horror che si rispetti, è basato su una storia vera: l'esperienza di Russell Hunter durante il suo soggiorno alla Henry Treat Rogers Mansion, in Colorado.
Niente budella, niente immagini sanguinolente, ma sono certa che The changeling vi lascerà senza fiato. La trama potrebbe sembrare addirittura banale: un professore di musica perde moglie e figlia in un tragico (un po' ridicolo però, secondo me) incidente. Cambiare casa sembra l'unica soluzione per voltare pagina, ma nella nuova casa (forse un po' troppo grande per un uomo solo, no?) iniziano a verificarsi degli strani fenomeni che spingeranno il protagonista a fare delle interessanti scoperte sulla storia dei vecchi abitanti dell'edificio.
The changeling è una pellicola che non posso non definire elegante: elegante per l'ambientazione e per la trattazione dei temi, tipici di una ghost story ben riuscita. Ottimo se siete particolarmente sensibili al sangue e alle mutilazioni, ma siete comunque amanti del brivido.

domenica 19 ottobre 2014

Halloween #1: The creepy side of Youtube


Non so voi, ma io amo tutto ciò che è fortemente inquietante. Amo quella sensazione di smarrimento e di inquietudine che mi pervade dopo aver visto un film horror o dopo aver letto un racconto del terrore; ma se proprio devo essere sincera, è il bizzarro che mi affascina più di qualsiasi altra cosa. Secondo me, il bizzarro, o più precisamente, il grottesco, viene prodotto solo da menti estremamente geniali.
Halloween si avvicina, e quale momento migliore, se non questo, per dare sfogo alle mie tendenze da maniaca dell'horror? Qui vi proporrò alcuni dei video più disturbanti di Youtube, tutti accomunati dal semplice fatto che, a prima vista, sembrano degli show per bambini.

Rejected

Rejected : nonsense = Barbara D'Urso : tv trash. Probabilmente mi odierete per avervi propinato un video del genere, ma, ehy, Rejected, cortometraggio animato diretto da Don Hertzfeldt, ha vinto un Oscar nel 2000. Giusto per intenderci, io Rejected non lo considero disturbante, ma quando l'ho consigliato a qualche amico, mi sono sentita dire che se trovo divertente una roba simile mi manca qualche rotella. Più che divertente, lo trovo incredibile, surreale e pervaso da una buona dose di humour nero, Non lo farei trasmettere su Disney Channel (o forse sì?) ma, ragazzi, Rejected è un cult, perciò fatevi una cultura.

Don't hug me I'm scared & Don't hug me I'm scared 2 - Time


Signore e signori, ecco a voi il disagio. La serie Don't hug me I'm scared sono dei video virali, ovvie parodie di Sesame Street scritti e diretti da Becky Sloan e Joseph Pelling, due registi britannici sui generis, innamorati dei colori e dello psichedelico. Personalmente, apprezzo molto il loro lavoro, e trovo molto interessante la loro collaborazione con i Tame Impala, gruppo rock psichedelico australiano (giudicate voi: Tame Impala: Feels Like We Only Go Backwards ).
Tornando ai due video, è chiaro, soprattutto in Don't hug me I'm scared I, quanto i due artisti vogliano dimostrare che il concetto di creatività non può essere confinato in schemi ben precisi o "limitati": insomma, si può essere creativi anche procurandosi degli organi interni e cospargerli di glitter!


In Don't hug me I'm scared II, la rappresentazione del tempo che passa e che porta irrimediabilmente con sè morte e decomposizione è peggio di un racconto di Poe.

Teddy has an operation

Okay, qui baro un po'. Eh sì, perchè qui si esagera con lo zucchero; altro che horror e halloween: questo video è pieno di significato e di un messaggi positivi, peccato che siano dei messaggi in chiave un po' splatter. Dopo questo video però, guarderete il vostro orsacchiotto con altri occhi.


Buon Halloween!

martedì 7 ottobre 2014

Romics 2014


Nonostante i miei pregiudizi, sono stata al Romics. Adesso, io non sono una grande fan di fumetti, anime, manga, film marvel, cosplay e quant'altro; anzi, i tipi che si mettono parrucche improponibili e lenti a contatto dai colori innaturali hanno sempre suscitato in me un certo terrore, ma se Lorenzo di The other side of the page ti dice: "Ehy, dovresti aprire la tua mente e fare esperienze nuove!", tu che fai, non lo ascolti? E fu così che ho preso un lentissimo treno diretto a Fiera di Roma.
Era venerdì, quindi c'era "poca gente" e solo due padiglioni visitabili, ma mi sono piacevolmente ricreduta per due motivi: uno perché vendevano copie di Dylan Dog a un euro, e due perché quel poco dell'onigiri che sono riuscita a mangiare era buonissimo (il resto si è sfracellato miseramente contro la superficie del tavolo...). 








Oltre a Dylan Dog e al cibo, mi ha colpito moltissimo la mostra Donne di altri Mondi, curata da Armando Corridore per Elara libri, casa editrice specializzata nella pubblicazione della letteratura fantasy, fantascientifica e horror. Le donne di Elara sono donne fantastiche e fatali. Le stampe, bellissime secondo me, sono tratte da vecchi pulps anni 30 e 50.







 Per chiudere il post ci starebbe benissimo la foto del mio Dylan Dog, ma sono troppo pigra anche per scattare una foto. Non odiatemi.


martedì 23 settembre 2014

Book #2: Pietroburgo - Andrej Belyj



Preparare l'esame di letteratura russa, oltre a mandarmi ai pazzi, mi ha fatto scoprire quante opere sorprendenti abbia partorito l'intelligencija russa. Una di queste è senza dubbio Pietroburgo di Andrej Belyj, opera sconosciuta e quasi introvabile in Italia. 


Come ben si può intendere dal titolo dell’opera, Pietroburgo (1911) di Andrej Belyj è un romanzo che ha, non solo come ambientazione, ma anche come protagonista, la città fortemente  voluta da Pietro I. Ma la Pietroburgo qui descritta non è una “vera” capitale, come potrebbero risultare Roma o Mosca, ma è, per l’autore,  una mera costruzione mentale. Infatti, nel prologo, lo scrittore afferma:

"Se poi ci si ostina a convalidare l’assurda leggenda che Mosca abbia una popolazione d’un milione e mezzo di abitanti, bisognerà riconoscere che la capitale sia Mosca, perché solo le capitali hanno una popolazione d’un milione e mezzo di anime, mentre le città provinciali non hanno, non hanno avuto e non avranno mai una popolazione così numerosa. Da questa assurda leggenda consegue che la capitale non è Pietroburgo. Se Pietroburgo non è la capitale, allora non c’è Pietroburgo. La sua esistenza è soltanto illusoria."

In un luogo del genere, si è incapaci di discernere ciò che esiste e ciò che non esiste. Leggendo Pietroburgo, il lettore si trova ad affrontare un vero e proprio dilemma ontologico: cosa, effettivamente, è e cosa non è? Su questo gioco si costruisce tutto il romanzo, che se fosse un film sarebbe un ammirevole thriller psicologico.                 

La trama (per quanto frammentaria e sconnessa) ha come protagonisti un padre e un figlio: il padre è un vecchio uomo di stato, brutto, fissato con la geometria e con un senso dell’umorismo del tutto fuori luogo (tutto questo non può far altro che stimolare nel lettore un senso di ribrezzo nei confronti di un personaggio veramente bizzarro).Il figlio è un giovane pieno di complessi e di rimorsi. La situazione familiare non è affatto rilassata: dopo che la moglie del vecchio scappa con un cantante italiano, padre e figlio non riescono a riconciliarsi. Il vecchio vede nel figlio un poco di buono, pronto a disonorare il buon nome della famiglia e capace solo di leggere libri di filosofia; mentre il giovane vede nel padre la rappresentazione fisica dei vecchi ideali e del potere statale russo. Belyj, attraverso la sua penna, ci sa comunicare benissimo questi sentimenti; e come non potrebbe, considerando che il difficile rapporto padre-figlio è uno dei motivi autobiografici del romanzo?

Senza addentrarmi troppo nella trama, il romanzo riporta molti temi tanto cari alla letteratura russa: il parricidio, l'elemento orientale che incarna il male (il romanzo è ambientato nel 1905, quindi i rimandi alla guerra russo-giapponese non mancano), il dissidio interiore e la rivoluzione. Per me, un libro che tutti gli appassionati di letteratura (russa e non) dovrebbero conoscere.



venerdì 29 agosto 2014

Dark Blues

Un paio di giorni fa ho partecipato ad un concorso. Bisognava scrivere un breve racconto. Inutile dire che non è piaciuto a nessuno, ma siccome è una mia creatura, seppur venuta male, ha diritto ad un post sul mio spazio virtuale.
Enjoy.

Dark Blues

Matilde era stanca. Stanca della sua bellezza, stanca del suo lavoro, stanca di suo marito e dei suoi amanti: stanca, stanca di tutto. Eppure, la sua vita appariva perfetta ai più... Quante la invidiavano! Ricca, bionda e con una Rolls Royce  nuova di zecca. "Ma cosa mi importa delle apparenze se dietro la facciata tutto è morto!”  pensava, sorseggiando un bicchiere di whisky. Intanto, le note del suo adorato blues colmavano la stanza: per Matilde non esisteva niente di meglio del blues per  purificare l'anima. Il blues e l'alcol. E aveva disperatamente bisogno di purificare quello che restava della sua anima. Non ricordava nemmeno perché e come era successo. "Non avrebbe mai dovuto farmi questo" si ripeteva "Se l'è meritato!". Quello che Matilde temeva non era tanto l'opinione di quelle stupide donnicciole del suo quartiere che la guardavano con invidia, ma era il giudizio divino che la faceva tremare; erano le fiamme dell'inferno che ella temeva. Che esistesse davvero? Non ci aveva mai pensato, ma adesso le venivano in mente le parole della nonna “Non temere le pene terrene, ma temi l’inferno!”. La testa le girava. Forse avrebbe dovuto farla finita. Cosa le restava? Non viveva per niente e per nessuno; il solo motivo per cui ogni mattina si alzava da quel fottuto letto era per dimostrare a quelle stupide, stupide oche  che non sarebbero mai state meglio di lei, mai. Ma adesso? Era finita. Raccolse le poche cose che le sembravano importanti  nella sua borsetta e uscì di casa con l’aria altezzosa di sempre. Mise in moto il motore della sua Rolls Royce e diede gas. Non sapeva dove andare, ma l’importante era scappare. Scappare soprattutto dal cadavere di suo marito che giaceva sul freddo pavimento della cucina,con i suoi bei occhi azzurri spalancati.


Questa è la mia creaturina. Se avete qualche critica costruttiva, vi prego, lasciatela in un commento. Adoro le critiche!

venerdì 22 agosto 2014

Quanti di questi libri hai letto?


Leggendo il blog di Romina Tamerici si fanno sempre delle scoperte interessanti. Per esempio, sapevate dell'esistenza della The BBC's Top 100 Books? Di che si tratta? Molto semplice: quei buontemponi della BBC amano stilare liste, e oltre a The BBC's 50 Places to Visite Before You Die e The BBC's Top 100 guitar riffs, non poteva mancare una lista sui 100 libri che ognuno di noi dovrebbe aver letto. Ora, gli esperti BBC sono convinti che la maggior parte delle persone abbia letto solo 6 dei libri presenti in lista. Avranno ragione? É proprio questo che tutti i blogger che si confrontano con la lista vogliono scoprire!

Ps. La lista che vi presenterò non è l'originale BBC, ma è stata modificata da myrtilla's house per adattarsi meglio ai lettori italiani; perciò non possiamo sapere, per ovvie ragioni, se quelli della BBC abbiano ragione o meno. Ma in fondo, è davvero così importante?


LEGENDA
Verde: libri letti
Rosso: libri lasciati a metà
Nero: libri non letti


1.    Il Profeta – Kahlil Gibran
2.    Harry Potter – JK Rowling
3.    Se questo è un uomo – Primo Levi
4.    La Bibbia
5.    Cime Tempestose – Emily Bronte
6.    1984 – George Orwell
7.    I Promessi Sposi – Alessandro Manzoni
8.    Orgoglio e Pregiudizio – Jane Austen
9.    La Divina Commedia – Dante Alighieri
10.    Piccole Donne – Louisa M Alcott
11.    Lessico Familiare – Natalia Ginzburg
12.    Comma 22 – Joseph Heller
13.    Il Signore degli Anelli – J.R.R. Tolkien
14.    L’opera completa di Shakespeare
15.    Il Giardino dei Finzi Contini – Giorgio Bassani     
16.    Lo Hobbit – JRR Tolkien
17.    Il Nome della Rosa – Umberto Eco
18.    Il Gattopardo – Tommasi di Lampedusa
19.    Il Processo – Franz Kafka
20.    Le Affinità Elettive – Goethe
21.    Via col Vento – Margaret Mitchell
22.    Il Grande Gatsby – F. Scott Fitzgerald
23.    Bleak House – Charles Dickens
24.    Guerra e Pace – Leo Tolstoy
25.    Guida Galattica per Autostoppisti – Douglas Adams
26.    Brideshead Revisited – Evelyn Waugh
27.    Delitto e Castigo – Fyodor Dostoyevsky
28.    Odissea – Omero
29.    Alice nel Paese delle Meraviglie – Lewis Carroll
30.    L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera
31.    Anna Karenina – Leo Tolstoj
32.    David Copperfield – Charles Dickens
33.    Le Cronache di Narnia – CS Lewis
34.    Emma – Jane Austen
35.    Cuore – Edmondo de Amicis
36.    La Coscienza di Zeno – Italo Svevo
37.    Il Cacciatore di Aquiloni – Khaled Hosseini
38.    Il Mandolino del Capitano Corelli – Louis De Berniere
39.    Memorie di una Geisha – Arthur Golden
40.    Winnie the Pooh – AA Milne
41.    La Fattoria degli Animali – George Orwell
42.    Il Codice da Vinci – Dan Brown
43.    Cento Anni di Solitudine – Gabriel Garcia Marquez
44.    Il Barone Rampante – Italo Calvino
45.    Gli Indifferenti – Alberto Moravia
46.    Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar
47.    I Malavoglia – Giovanni Verga
48.    Il Fu Mattia Pascal – Luigi Pirandello
49.    Il Signore delle Mosche – William Golding
50.    Cristo si è fermato ad Eboli – Carlo Levi
51.    Vita di Pi – Yann Martel
52.    Il Vecchio e il Mare – Ernest Hemingway
53.    Don Chisciotte della Mancia – Cervantes
54.    I Dolori del Giovane Werther – J. W. Goethe
55.    Le Avventure di Pinocchio – Collodi
56.    L’ombra del vento – Carlos Ruiz Zafon
57.    Siddharta – Hermann Hesse
58.    Il mondo nuovo – Aldous Huxley
59.    Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – Mark Haddon
60.    L’Amore ai Tempi del Colera – Gabriel Garcia Marquez
61.    Uomini e topi – John Steinbeck
62.    Lolita – Vladimir Nabokov
63.    Il Commissario Maigret – George Simenon
64.    Amabili resti – Alice Sebold
65.    Il Conte di Monte Cristo – Alexandre Dumas
66.    Sulla Strada – Jack Kerouac
67.    La luna e i Falò – Cesare Pavese
68.    Il Diario di Bridget Jones – Helen Fielding
69.    I figli della mezzanotte – Salman Rushdie
70.    Moby Dick – Herman Melville
71.    Oliver Twist – Charles Dickens
72.    Dracula – Bram Stoker
73.    Tre Uomini in Barca – Jerome K. Jerome
74.    Notes From A Small Island – Bill Bryson
75.    Ulisse – James Joyce
76.    I Buddenbroock – Thomas Mann
77.    Il buio oltre la siepe – Harper Lee
78.    Germinale – Emile Zola
79.    La fiera delle vanità – William Makepeace Thackeray
80.    Possession – AS Byatt
81.    A Christmas Carol – Charles Dickens
82.    Il Ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde
83.    Il Colore Viola – Alice Walker
84.    Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro
85.    Madame Bovary – Gustave Flaubert
86.    A Fine Balance – Rohinton Mistry
87.    Charlotte’s Web – EB White
88.    Il Rosso e il Nero – Stendhal
89.    Le Avventure di Sherlock Holmes – Sir Arthur Conan Doyle
90.    The Faraway Tree Collection – Enid Blyton
91.    Cuore di tenebra – Joseph Conrad
92.    Il Piccolo Principe– Antoine De Saint-Exupery
93.    The Wasp Factory – Iain Banks
94.    Niente di nuovo sul fronte occidentale – Remarque
95.    Un Uomo – Oriana Fallaci
96.    Il Giovane Holden – Salinger
97.    I Tre Moschettieri – Alexandre Dumas
98.    Amleto– William Shakespeare
99.    La fabbrica di cioccolato – Roald Dahl
100.  I Miserabili – Victor Hugo

Dal confronto con la lista, non esco sconfitta (20 libri letti sui 6 come requisito minimo), ma mi rendo conto che da studentessa di letterature straniere ci faccio una figura barbina con un simile punteggio. Ad ogni modo, se posso permettermi una critica, mancano opere a mio parere molto più importanti di quelle presenti in lista, ma capisco anche che raggruppare in 100 titoli i libri più importanti del canone occidentale non debba essere semplice.

E voi? Siete nella media o siete degli accaniti lettori?



martedì 19 agosto 2014

Movie #18: Le notti di Cabiria (1957)


Quando sentivo definire il cinema di Federico Fellini  "il cinema del sogno" non capivo bene cosa si volesse dire con una frase del genere. "Che si tratti dello stesso cinema di Luis Buñuel?", mi chiedevo confusamente.
Niente affatto. Ho visto qualche lavoro del famoso regista del surrealismo, ma ha poco in comune col cinema del regista nostrano. Se il surreale di Buñuel turba e ferisce con le sue immagini forti (chi non è rimasto fortemente impressionato dai primi minuti di Un chien Andalou?), il cinema felliniano è una festa per gli occhi e per l'anima. Le notti di Cabiria ne è uno dei tanti esempi.
Ho iniziato da poco ad interessarmi ai lavori di Fellini. Il primo film che vidi fu il celebre La dolce vita. Mai scelta fu più errata: se volete capirci qualcosa del cinema di un regista, mai partire dal suo film più famoso. Infatti, non contenta, mi sono procurata Le notti di Cabiria. 
Non esagero se dico che Le Notti di Cabiria è uno dei film più profondi ed emozionanti che abbia mai visto. In fondo, Cabiria è tutti noi: chi non ha dei sogni nel cassetto? Certo, molti di noi spesso puntano in alto, mentre la nostra eroina sogna "solo" un uomo che l'ami, una famiglia.
Evidente è l'impronta del caro Pier Paolo Pasolini, che ha collaborato alla scrittura della sceneggiatura. Del resto, chi meglio di lui conosce e ama i sobborghi romani del secondo dopoguerra? Proprio qui si svolge la nostra fiaba: la nostra eroina è una buffa prostituta, la bionda Cabiria che, dopo essere stata presa in giro da molti uomini, non smette mai di credere nell'amore vero e, stupidamente, ricasca sempre nello stesso errore.
Avventure esilaranti, e una Giulietta Masina meravigliosa, che più di una volta, per via delle movenze e delle espressioni, mi ha fatto pensare a un parallelismo tra il personaggio di Cabiria e quello dell'indimenticabile Charlot di Charlie Chaplin. Una commedia agrodolce che tutti dovremmo conoscere.


 Cabiria/Pierrot nella scena più surreale ed emozionante del film.

venerdì 1 agosto 2014

Book #1: Il signore delle mosche / Lord of the Flies


" É la società che incattivisce l'uomo o é l'uomo che nasce già con una buona dose di cattiveria?"

É questa la domanda che ha tolto il sonno ai grandi pensatori, tra i più noti Rousseau e Freud. Anche William Golding ha riflettuto sull'argomento e Il Signore delle Mosche é il frutto di questa riflessione/ esperimento sociale. Dopo aver letto il libro, non vedrete più quei cari, teneri e indifesi marmocchi con gli stessi occhi. 

Il romanzo scaturisce da un piccolo esperimento che Golding, al tempo insegnante in una scuola elementare inglese, svolse: ogni insegnante sa quanto possa essere difficile tenere a bada un'orda di ragazzini, e che è conseguenza inevitabile che quei piccoli idioti (che tutti noi siamo stati), lasciati senza alcuna guida, si ammazzino senza troppi complimenti. Proprio questo fece il maestro Golding: lasciò l'aula e gli alunni a loro stessi, ovviamente osservandoli a distanza. Quello che il nostro autore notò fu che ogni possibile discussione finiva in rissa (come ogni assemblea di classe che si rispetti).
Il titolo é una metafora per indicare Satana, scelta dal grande poeta Thomas Stearns Eliot, direttore della Faber&Faber, casa editrice che pubblico l'opera nel 1954.

Il romanzo ha una carica simbolica non indifferente. Ogni personaggio possiede un significato allegorico: se Piggy rappresenta la ragione, Jack rappresenta la brutalità primordiale presente in ogni uomo. L'opera assume anche un certo valore politico: su un'isola deserta, a seguito di un disastro aereo, dei bambini, tutti maschi dai 6 ai 12 anni, si ritroveranno completamente soli e senza regole. Due leader si contenderanno il potere, Ralph e Jack. Se Ralph é il politico che chiede al popolo sacrifici per risolvere una crisi (in questo caso, il sacrificio sarà tenere acceso un fuoco notte e giorno per farsi salvare), Jack é il politico che propone una soluzione immediata ad un problema, soluzione che alle lunghe impoverirà la società, ma che il popolo preferisce perché non richiede sforzi estremi, se non il perdere la libertà e la democrazia.

Nonostante Il Signore delle Mosche non goda della stessa popolarità dei romanzi di George Orwell, é un romanzo che non dovrebbe assolutamente mancare sugli scaffali degli amanti del romanzo distopico.




" Is the society which makes the human kind evil or men were born evil themselves?"

This is the question that kept awake most of philosophers; really involved in this issue were Rousseau  and Freud, but also William Golding.  After having read the book, you will look to children with other eyes.
Lord of The Flies is the result of a social experiment. Golding was a teacher in a primary school, and every teacher knows how difficult can be looking after children: they can hurt themselves really bad! And here it comes the experiment: Golding left his pupils alone, and the result is easy to guess. As you probably got, every possible debate became a fight.

As regards the title of the work, it is a metaphor to define Lucifer. It was chosen by the great poet Thomas Sterns Eliot, director of the Faber&Faber, which published the novel in 1954.

The novel is full of allegoric elements: if Piggy stands for reason, Jack stands for brutality. Very important is also the political allegory: after a plane crash, a group of male children have to struggle to survive. Two are the most charismatic children of the group: Ralph and Jack. If Ralph represents the leader who asks to citizens some efforts to solve a social problem, Jack represents the leader who asks nothing to citizens, except for democracy and freedom.

Even if The Lord of The Flies is not as famous as George Orwell's novels, this is a book you can't miss if you are a great fan of the dystopian fiction.



giovedì 24 luglio 2014

Dive si nasce, o si diventa?

Questo post è colpa di Barbie Xanax. Il suo video mi è piaciuto particolarmente e ho deciso di riproporre la sua idea qui. Certo, nel video viene presa di mira Audrey Hepburn, accusata di fare sempre il ruolo della tipica ragazza dolce e in cerca di un marito... Vabbè, era ovvio che Barbie Xanax, da brava bad girl, abbia dichiarato di preferire Marilyn Monroe. A me sinceramente, sembra stupido scegliere. Troppo diverse tra loro. Ecco le mie dive preferite.

Audrey Hepburn



Qualcuno potrà anche considerarla noiosa o scontata nei ruoli, ma la sua classe e bravura sono innegabili. Faccia pulita, pochi colpi di testa: ha recitato quasi sempre in commedie romantiche, ma non mancano i ruoli drammatici come in La storia di una monaca.
Pellicole consigliate:
Colazione da Tiffany
Vacanze Romane

Marilyn Monroe



La diva maledetta per eccellenza. Spesso ci si ricorda di lei più per la tragica fine e per i rapporti con i fratelli Kennedy che per la sua carriera cinematografica. Per mia madre è sempre stata un'arrivista da quattro soldi, per me era semplicemente una donna con un carattere poco forte e vittima delle passioni e degli eventi. Ma chi può mai saperlo. Un po' svampita lo era di certo. Come attrice non mi è mai dispiaciuta. Anzi, spesso vedendola sullo schermo, mi è parso che lo schermo stesso brillasse di una strana luce. 
Pellicole consigliate:
Gli uomini preferiscono le bionde

Anna Magnani


Per me Anna Magnani è la diva con l'anima per eccellenza. Un grande carisma e una capacità espressiva che non è da tutti, e che soprattutto non è delle bellissime dive hollywoodiane. Le sue interpretazioni sono rimaste nella storia del cinema ed è uno dei volti più celebri del neorealismo italiano.
Pellicole consigliate:
Bellissima
Roma città aperta

Elizabeth Taylor


Una delle dive a cui sono più affezionata. Tutto questo perché ha interpretato Caterina nella La Bisbetica Domata di Franco Zeffirelli. Lo so, è una commedia fortemente maschilista, però è così divertente! Certo, non è il suo film più importante, ma ve lo consiglio vivamente. La diva dagli occhi viola è uno dei volti più carismatici del cinema di Hollywood. Se non vi piace la Taylor, a mio parere, non avete capito nulla!
Pellicole consigliate:
La gatta sul tetto che scotta
Chi ha paura di Virginia Woolf?

Gina Lollobrigida


Per me la Bersagliera è indimenticabile. La commedia per eccellenza per me ha il nome di Pane, amore e fantasia.  Io l'ho sempre preferita a Sophia Loren (bravissima, per carità, ma la Lollobrigida era una bomba di talento ai suoi tempi!). Inoltre, è stata una delle nostre più invidiate pin-up.
Pellicole consigliate:
Pane, amore e fantasia

Ne avrei altre in mente, ma ci vorrebbe davvero un post lunghissimo per includerle tutte!
E voi che ne pensate? Quali sono le vostre dive preferite?

martedì 15 luglio 2014

Movie #17: Dancer in the Dark



Di solo una cosa mi pento: di aver lasciato così a lungo in lista d'attesa un film come Dancer in the Dark.
Comincio dicendo che è un musical: non ho una passione particolare per i musical (anche se ho un debole per The Rocky Horror Picture Show, The Blues Brothers, Chicago e Mulin Rouge... No vabbè, forse mi piacciono i musical, a patto che non facciano venire il latte alle ginocchia), ma questo è meraviglioso. O almeno, lo è per me, che amo le atmosfere cupe, la voce di Björk e la mente malata di Lars Von Trier (lo so, ho rotto con Von Trier, lo so.).
Come ben sapete, Von Trier ama le trilogie: la più famosa è la Trilogia della depressione. Dancer in the Dark appartiene alla Trilogia del cuore d'oro, di cui fanno parte anche Le onde del destino e Idioti.

TRAMA
Selma è una cecoslovacca emigrata negli Stati Uniti. Con un bambino a carico, Selma lavora sodo e  la sua vita sarebbe dura ed impossibile da sopportare se non fosse per la musica. Per Selma, ogni rumore è musica; sembra essere proprio questo ciò che la tiene in vita. 
Scopriremo presto che la nostra cara protagonista, grazie al suo lavoro in fabbrica, ha messo da parte un bel gruzzoletto che tiene ben nascosto in casa sua, nonostante dica ad amici e conoscenti di non tenere nulla per sè e di mandare tutto al padre in Cecoslovacchia. Ovviamente, la verità è un'altra.

Definire Dancer in the Dark "toccante" è un eufemismo. Dancer in the Dark è così drammatico che viene definito dallo stesso Von Trier "l'anti-musical". Proprio agli antipodi di Tutti insieme appassionatamente, ad esempio. Nonostante ciò, nel film vengono riprese ben 3 canzoni dal sopracitato musical. 
Girato interamente con la camera a mano, vi farà venire il mal di mare, ma ne varrà la pena, ve lo assicuro!