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lunedì 29 dicembre 2014

Il club della vulva - Eve Ensler e i suoi monologhi

" Se sei separato dal tuo corpo, 
sei anche separato dal corpo del mondo"
-Philip Shepherd

Non ricordo bene quando sono incappata in questa roba, so solo che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Ho 20 anni, ma sentire pronunciare la parola vagina provoca ancora in me un certo imbarazzo. Non sono mai stata dell'idea che la vagina sia una parte anatomica come un'altra: affascinante e piena di misteri direi, forse non proprio carina (parlo da donna etero), ma sicuramente interessante.  In un mondo che ci schiaffa in faccia vagine di ogni tipo, forme e colori (ma tutte rigorosamente depilate e "senza personalità"), la vagina ha perso la sua vera essenza sia per gli uomini che, sfortunatamente, per le donne. Sì certo, siamo nel 2015 ormai, e la vagina ce la servono di continuo su un piatto d'argento: pubblicità, programmi discutibili e porno. Sempre mostrata, ma mai descritta, mai raccontata. Secondo me, dovremmo parlarne tutti come ne parla Eve Ensler; lei sì che conosce bene la separazione tra il "sé" e il "corpo", due cose troppo diverse, soprattutto dopo un'infanzia di abusi. Ma quanti di noi lo fanno, pur non avendo subito abusi? Non abbiamo alcun rispetto per la parte "organica" di noi stessi. Siamo stanchi? Beviamo un altro caffé. Siamo stressati dall'incredibile velocità delle nostre vite? Cerchiamo di correre più veloce. Il corpo è un inutile fardello che ci impedisce di realizzare i nostri progetti. Finché non arriva, con tutta la sua tragicità, la malattia. E allora, di colpo, il nostro corpo diviene importante; i nostri organi, crudi e sanguinanti, prendono forma e divengono reali.
I monologhi della vagina insegnano che non siamo fatti solo "della stessa sostanza dei sogni", ma anche di carne e ossa. Dai Monologhi, noi donne dobbiamo imparare a rispettare noi stesse, e gli uomini a rispettare le donne, che da sempre, sono la loro immagine speculare.
I monologhi della vagina sono un viaggio straordinario, profondo, divertente e commuovente: sessualità, maternità, stupro e tanto altro.
Lo consiglio a tutti. Vi consiglio l'interpretazione della stessa Eve Ensler, che però trovate solo in lingua originale ( e sottotitolato in portoghese; link al video). Per coloro che non conoscono l'inglese, numerose sono le interpretazioni in italiano.



Ps. Non sono sicura di essermi espressa bene, in fondo, parlare di vagina senza cadere nel trash è incredibilmente difficile.

sabato 13 dicembre 2014

Это русский стиль! - Cibo tipicamente russo

Ho sempre pensato che non ha alcun senso imparare la lingua di un popolo se poi non ti va di entrare in contatto con i suoi usi, costumi e cibi tipici. Come i frequentatori abituali del mio blog sanno, studio russo da circa un anno (qui il post dove ne parlo: Studiare il russo? ), ma purtroppo non sono mai riuscita ad entrare davvero "in contatto" con la Russia. Oggi però, mi sono decisa a compiere il primo passo. Grazie all'utile suggerimento della mia insegnante di lingua, sono riuscita a mettere le mani su qualche (ben pochi, a dire il vero) prodotto gastronomico russo. Abitando a Roma, la cosa non è stata difficile: basta fare un giro nelle vicinanze della stazione Termini, e il gioco è fatto.
Il negozio dove ho fatto acquisti è il Mini Mix (Mix Markt). É un posto davvero piccolissimo (facevo fatica a spostarmi tra gli scaffali senza fare danni) e la prima cosa che vi investe appena entrati è l'odore di aringa essiccata. Dopo questa poco promettente descrizione del posto, passiamo ai prodotti che ci ho trovato.
Ero veramente spaesata all'inizio (deve essere stato l'odore): prodotti dai nomi incomprensibili dappertutto, poi qualcosa ha cominciato a tornare e ho trovato qualcosa di interessante.



 Come ho già detto ho preso davvero poco: del квас (kvas) e due confezioni di пряники (prjaniki), prodotti conosciuti grazie a questo carinissimo video di una delle mie "insegnanti" preferite, Tanyusha Privet clicca qui per il video).
Il kvas, bevanda gassata e analcolica popolarissima in Russia, ottenuta dalla fermentazione del pane di malto è venduta in strada e contenuta in una piccola cisterna di questo tipo:

Ma ecco la versione commercializzata. A convincermi a comprare questa roba è stato, ad essere sincera, il prezzo irrisorio: solo 79 cent per mezzo litro. Beh, a quel prezzo, avrei anche potuto buttarla se disgustosa.
Ovviamente, prima di scrivere questo post, ho convinto me stessa e altre due cavie a degustare il prodotto. Le impressioni sono state le seguenti:
Io: sapore strano, intermedio tra quello del té e quello della birra (??), pensavo peggio.
Cavia 1: mi aspettavo di peggio dato l'odore strano, ma da bere solo a piccoli sorsi.
Cavia 2: che schifo /ma che roba è/  perchè me l'hai offerta!

Dopo aver provato il kvas, passare ai prjaniki è stato rincuorante. I prjaniki sono dei dolci di panpepato (tipicamente natalizi a quanto sembra) che si possono trovare in una marea di gusti diversi: si passa dalla vaniglia al gusto mora o banana.                                              

Questo era l'angolo dedicato ai prjaniki. Come potete vedere, ci sono moltissimi gusti, e non sono riuscita neanche a fotografare lo scaffale per intero!





Devo dire che scegliere quali gusti prendere non è stato facile, tanto che ho dovuto chiedere al commesso qual era il gusto "più russo di tutti". Alla fine ho scelto cannella e gusto "polo nord" (secondo il commesso questo era il tipico gusto russo. Vabbè.).



Io e la mia crew di esperti selezionati abbiamo provato solo la versione alla cannella, con i seguenti risultati:
Io: molto dolci, buonissimi
Cavia 1: buonissimi, ma dopo il terzo comincia a tappartisi lo stomaco
Cavia 2: niente di speciale, in Sardegna li fanno uguali e pure meglio!!
Il gusto polo nord me lo tengo come jolly per la sera della vigilia di Natale, quando, dopo esserci abbuffati di zippuli alla 'nduja e trippiceddi, io me ne uscirò con la fatidica domanda "Chi vuole provare i prjaniki alla polo nord?", facendo impallidire zii e nonni, e imbarazzando mia madre che si scuserà dicendo che non sa cosa ha sbagliato con me. Ma questa è un'altra storia.

Questo è tutto quello che ho comprato. Più che altro, il mio è stato giusto un giro per ambientarmi nel posto dove andrò a buttare i miei soldi nel 2015. Ho già in mente di comprare la barbabietole rossa per il борщ. Tremate.

sabato 6 dicembre 2014

Literature101: La nascita del fantastico.


Cosa hanno in comune il genere gotico, l'horror e la fantascienza? Sono tutti sottogeneri del fantastico. Per quanto si possa pensare, la letteratura fantastica non è affatto antica: vi sembrerà strano, ma l'epica greca e il poema cavalleresco non appartengono al fantastico. Infatti il genere nasce tra '600 e '700, in contemporanea alla nascita del romanzo realistico (il novel inglese). Questo perché nel medioevo, e nelle ere ad esso precedenti, non esisteva una netta distinzione tra reale e sovrannaturale. Con il nascere dell'empirismo invece (corrente filosofica nata in Inghilterra nella seconda metà del '600), la natura comincia ad essere vista come un'entità regolata da leggi razionali, e perciò, il concetto di anima e di religione vengono messe in discussione. Un senso di disincanto aleggia sull'umanità e gli stessi filosofi della neonata Royal Society cercano di reagire a questo stato di cose che distrugge secoli di credenze comuni. Proprio in questo periodo inizia una vera e propria "caccia al fantasma": si andava alla ricerca di prove empiriche dell'esistenza del sovrannaturale. Comincia a diffondersi il genere delle apparition narrative, genere atto principalmente a dimostrare che Dio rivela la sua esistenza e la sua volontà attraverso atti straordinari. Tra le più famose, cito A true Relation Of  The Apparition of Mrs Veal (1706), attribuita a Daniel Defoe. Ma tra le produzioni più sorprendenti di questo periodo abbiamo il Saducismus Triumphatus (1681), opera del filosofo Joseph Glanvill. Questo trattato è una raccolta di apparizioni (udite, udite, contiene uno dei primi resoconti sui poltergeist), possessioni demoniache e  atti di stregoneria, il tutto descritto con l'utilizzo di un rigoroso linguaggio scientifico. Con questa opera, Glanvill voleva vincere lo scetticismo del tempo verso la stregoneria e mirava ad introdurre tra le nuove scienze la demonologia empirica (scienza che non ebbe alcun sviluppo all'interno della Royal Society). Un'opera a molti sconosciuta, ma veramente fondamentale per la nascita del nuovo genere (si pensì che viene citata da Edgar Allan Poe in Ligeia).
In conclusione, se oggi potete leggere Stephen King e guardare programmi come Mistero e Voyager, dovete tutto agli empiristi inglesi.